LABUBU – La Finanza, a Palermo, sequestra 10 mila peluche contraffatti

Scritto il 11/11/2025
da Redazione Scomunicando.it

Peluche simili a originali, controlli in sette negozi

  I finanzieri hanno sequestrato a Palermo oltre 10.000 Labubu, 3.000 sono stati trovati in un negozio di giocattoli in un centro commerciale.

I pupazzi, disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo, sono diventati in poco tempo una vera e propria tendenza. I baschi verdi hanno individuato sette esercizi commerciali che avevano i peluche, quasi tutti sono risultati imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simil, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o del tutto falsificati

Origini e ascesa di Labubu, un fenomeno di massa e di marketing

Creato nel 2015 dall’artista hongkonghese Kasing Lung, Labubu nasce come personaggio di design nella serie “The Monsters”. Resta di nicchia fino a quando Pop Mart, colosso cinese dei “blind box”, ne acquisisce i diritti e lo trasforma in un fenomeno globale. Il segreto del successo: pupazzi ugly-cute (brutti ma adorabili), venduti a sorpresa in confezioni chiuse, creando un effetto “caccia al tesoro” tra collezionisti adulti.

Boom globale e posizionamento

Pop Mart non cerca di “essere il migliore” ma crea una nuova categoria: quella dei “mostriciattoli teneri collezionabili”. In due anni le vendite esplodono: +400% di utile, 1,93 miliardi di dollari nel 2025, crescita record in Asia (+258%), Europa (+729%) e Americhe (+1142%). Il brand diventa più quotato di Mattel e Hasbro messi insieme, con oltre 59 milioni di membri nella community cinese.

Strategia di marketing: la potenza delle PR

Nessuna pubblicità classica: il successo nasce da PR e influencer marketing spontaneo. Celebrità come Lisa (Blackpink), Rihanna, Beckham, Paris Hilton e Madonna (che ha avuto una torta a forma di Labubu!) amplificano la popolarità del brand. Labubu incarna la teoria di Al Ries: la pubblicità non crea un brand, lo fanno le PR e il passaparola.

Hype o trend duraturo?

  • Il fenomeno mostra tratti da “moda effimera”: furti, collezionismo compulsivo, mercato nero, e crescita troppo veloce.

  • Ma anche segnali da trend solido: sviluppo lento dal 2015, comunità autentiche di fan e diversificazione di prodotti.

  • Il rischio: diventare un nuovo Tamagotchi o Furby; la sfida: evolversi come Barbie o LEGO.

Il caso Labubu mostra che il successo non nasce dal caso né dagli algoritmi, ma da principi di marketing classici applicati con creatività. Il futuro dirà se Labubu sarà un fuoco di paglia come i Tamagotchi o un’icona senza tempo come Barbie.